Tre domande chiave per comprendere meglio l’allerta smog di questi giorni, con i dati

QUALITÀ DELL'ARIA

Paolo Barbato

2/20/20245 min read

Nella giornata di ieri (Lunedì 19 febbraio) ho ricevuto decine e decine di messaggi e telefonate di amici, giornalisti, colleghi, investitori: tutti in qualche modo preoccupati o incuriositi dall’”allerta smog” scattata in Pianura Padana a seguito di uno sciame di articoli tutt’altro che rassicuranti:

Smog: dati choc in Pianura Padana. Domenica Milano tra le prime tre città più inquinate al mondo” (Corriere)

Allarme smog a Milano: è tra le metropoli del mondo con l’aria più inquinata con Dacca, Lahore e Delhi” (Repubblica)

Smog, i dati shock della Pianura Padana. Milano tra le città con la peggiore qualità d'aria al mondo” (RaiNews)

I trend delle ricerche Google “Smog Milano” e “Inquinamento Milano”, che si sono letteralmente impennati negli scorsi giorni, confermano un vero e proprio stato di allerta dell’opinione pubblica italiana.

Nonostante il clamore, è importante analizzare i fatti in modo obiettivo e scientifico per comprendere appieno la situazione.

Diversi articoli hanno già chiarito l’infondatezza del posizionamento di Milano tra le città più inquinate del mondo, e lo stesso sindaco di Milano Beppe Sala ha definito quest’analisi “non seria”. Noi siamo dello stesso avviso - per le ragioni spiegate molto bene in questo pezzo di Wired - e pensiamo che una narrativa sensazionalistica ed allarmistica di fenomeni atmosferici come quello che sta interessando la Pianura Padana in questi giorni sia antiscientifica e fuorviante.

Al tempo stesso, pensiamo che il problema dell’inquinamento in Pianura Padana sia reale, grave ed urgente.

Per questo abbiamo deciso di contribuire al dibattito provando a fare un po’ di chiarezza nell’unico modo per noi possibile, ovvero selezionando i dati più affidabili ed analizzandoli opportunamente per provare a rispondere a tre domande chiave per una reale comprensione di quanto sta accadendo in questi giorni all’aria della Pianura Padana:

  1. Quanto varia l’inquinamento del periodo in Pianura Padana?

  2. Quanto si discosta rispetto a quello degli anni precedenti?

  3. Di quanto peggiora la qualità dell’aria nel periodo invernale? 

In tutte le analisi che seguono sono stati utilizzati i dati ufficiali di qualità dell’aria provenienti dalle stazioni governative ARPA. In particolare, per gli anni fino al 2023, sono stati utilizzati i dati validati del database ufficiale della Environmental European Agency (categoria E1a), mentre per il 2024 sono stati utilizzati i dati up-to-date (categoria E2a) del medesimo database. Tale scelta è particolarmente importante per la solidità dei confronti spaziali e temporali svolti di seguito, in quanto ne garantisce l’omogeneità e l’affidabilità statistica. Inoltre, per semplicità e per coerenza di analisi, ci concentreremo soltanto su un solo inquinante: il PM10

1. Quanto varia l’inquinamento del periodo in Pianura Padana?

Di seguito sono riportati gli andamenti delle concentrazioni giornaliere di PM10 nelle stazioni di Torino, della città metropolitana di Milano e di Padova (rispettivamente all’estremo Est, al centro e all’estremo Ovest della Pianura Padana) dal 1 gennaio 2024 al 18 febbraio 2024.

È innanzitutto evidente come, nonostante le due stazioni più distanti si trovino a circa 330 km l’una dall’altra, la forma dell’andamento delle tracce sia simile per tutte le centraline. Questa caratteristica è dovuta alle peculiarità geografiche e morfologiche della Pianura Padana, che rendono particolarmente rilevante la componente di fondo dell’inquinamento, ovvero quella che tende a distribuirsi omogeneamente su larga scala.

Ciononostante, è comunque possibile notare scostamenti anche molto significativi tra le tre località, soprattutto in giornate specifiche. Ad esempio, nella giornata del 4 febbraio è stata misurata una differenza di circa 90 ug/m3 tra le stazioni di Padova (con valori intorno ai 130 ug/m3) e quelle di Milano e Torino (tutte intorno ai 40 ug/m3), per uno scostamento percentuale pari a oltre il 220%.

Tuttavia, andando a calcolare i valori medi sull’intero periodo per ciascuna località, questi risultano pari a 65.39 ug/m3 per Padova, 56.71 ug/m3 per Torino e a 50.85 ug/m3 per Milano metropolitana, con un massimo scostamento percentuale pari al 30%: molto più ridotto di quello calcolato precedentemente sul singolo giorno.

2. Quanto si discosta rispetto agli anni precedenti?

Il seguente grafico riporta l’andamento del PM10 giornaliero nella stazione di Milano via Senato negli anni 2022, 2023 e 2024.

Si nota subito che, purtroppo, quello del 2024 non è affatto considerabile come un trend eccezionale o anomalo. Anche nei due anni precedenti, infatti, il periodo tra il 1 gennaio e il 18 febbraio è stato caratterizzato da livelli PM10 molto elevati che hanno superato la soglia normativa di 50 ug/m3 per oltre la metà dei giorni e che, in tutte le annualità, l’hanno addirittura doppiata in almeno una giornata.


Anche il confronto dei valori medi del periodo nei diversi anni mostra un trend che non conferisce ai dati 2024 alcun carattere di eccezionalità rispetto a quelli degli anni precedenti:

3. Di quanto peggiora la qualità dell’aria nel periodo invernale?

Il periodo invernale è senza dubbio il più sfavorevole dal punto di vista dell’inquinamento atmosferico. Questo è particolarmente vero in Pianura Padana, dove durante i mesi freddi si registrano un’intensificazione delle attività emissive come il riscaldamento domestico e i trasporti, e di fenomeni meteorologici sfavorevoli come le inversioni termiche, le quali contribuiscono all'accumulo di inquinanti atmosferici vicino al suolo, impedendo la dispersione degli stessi e causandone un aumento dei livelli. Inoltre, la topografia della regione, caratterizzata da una bassa altitudine e una relativa mancanza di venti forti, può favorire la stagnazione dell'aria inquinata.

Questa caratteristica è evidente nei seguenti due grafici, in cui sono riportati i dati 2022 e 2023 delle stazioni ARPA di Milano: in entrambi gli anni e per tutte le stazioni si vede chiaramente una riduzione dei livelli di inquinamento nei mesi tra maggio e settembre seguita da un periodo invernale con valori di concentrazione che si attestano intorno al doppio di quelli estivi.

In un mare di titoli sensazionalistici sull'allerta smog, abbiamo sentito l’urgenza di ricorrere a quello che sappiamo fare meglio per fare un po’ di chiarezza nella nebbia dell'informazione. Da ormai decenni i milioni di cittadini residenti in Pianura Padana affrontano una grandissima sfida ambientale e sanitaria, quella dell'inquinamento atmosferico, per cui è cruciale passare dalla reazione emotiva all'azione informata.

In quest’ottica, una comunicazione basata su dati affidabili, accessibili e comprensibili da parte di cittadini e amministratori è la chiave per trasformare l'allarme in opportunità, aprendo ad un futuro in cui noi e i nostri figli avremo finalmente il diritto di respirare aria pulita, anche in Pianura Padana.

Stazioni ARPA della Pianura Padana in cui è monitorato il PM10