Come conteggiare i lavoratori in outsourcing nei Piani Spostamenti Casa-Lavoro?

MOBILITÀPSCLNORMATIVA

4/26/20232 min read

people doing office works
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I Piani Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL) rappresentano uno strumento cruciale nella gestione della mobilità sostenibile all'interno delle aziende. Tuttavia, uno dei dilemmi più complessi che le imprese devono affrontare è stabilire chi dovrebbe essere incluso in tali piani, soprattutto quando si tratta di dipendenti in outsourcing che lavorano stabilmente presso una azienda cliente. In questo contesto, le considerazioni vanno oltre la mera identificazione delle persone coinvolte, coinvolgendo aspetti pratici e strategici per entrambe le parti interessate.

Come conteggiare i lavoratori in outsourcing dal punto di vista dell’azienda committente

Dal punto di vista dell'azienda committente, l'integrazione dei lavoratori provenienti da società esterne nei Piani Spostamenti Casa-Lavoro rappresenta un'opportunità unica per avere un quadro più dettagliato degli spostamenti generati da una specifica sede lavorativa. Benché questi professionisti non siano formalmente parte dell'organico aziendale, la loro partecipazione attiva al flusso di traffico e alle emissioni legate agli spostamenti casa-lavoro li rende elementi cruciali nella progettazione di strategie di mobilità sostenibile. Un approccio che li integra in queste pianificazioni non solo appare logico ma si rivela un tassello essenziale per perseguire l'obiettivo di ridurre l'impatto ambientale e ottimizzare la gestione dinamica del traffico aziendale.

Tuttavia, le imprese committenti potrebbero esitare ad abbracciare l'inclusione dei dipendenti di fornitori esterni nei loro Piani Spostamenti Casa-Lavoro, temendo che ciò possa gettare un'ombra di complicazione sulla gestione complessiva del PSCL. La collaborazione tra realtà aziendali differenti richiede un'orchestrazione precisa e la condivisione di informazioni delicatissime, un'impresa che potrebbe sembrare gravosa o rischiosa per alcune realtà imprenditoriali. Questa titubanza sottolinea l'urgente necessità di plasmare protocolli chiari e processi di comunicazione efficaci tra le aziende coinvolte, al fine di superare agevolmente le barriere logistiche e promuovere una cooperazione sinergica.

Come conteggiare i lavoratori in outsourcing dal punto di vista dell’azienda fornitrice

Dall'altro lato della medaglia, l'azienda fornitrice di personale in outsourcing potrebbe sentirsi incline a escludere tali dipendenti dal proprio PSCL. Questa decisione può sembrare logica, specialmente se la sede fisica del cliente è situata in un'area geografica differente o addirittura in un altro comune. In queste circostanze, i lavoratori in outsourcing potrebbero usufruire di servizi e convenzioni diversi rispetto a quelli disponibili presso la sede dell'azienda madre. L'esclusione di questi dipendenti potrebbe anche rappresentare un modo per concentrarsi in modo più mirato sui lavoratori che effettivamente lavorano e generano traffico presso la sede principale.

Tuttavia, l'azienda fornitrice dovrebbe considerare attentamente le implicazioni di questa esclusione. Non solo potrebbe mancare una visione completa degli spostamenti dei propri dipendenti, ma potrebbe anche limitare le opportunità di collaborazione e coordinamento con l'azienda cliente per implementare efficacemente le politiche di mobilità sostenibile. La cooperazione tra le due entità diventa quindi essenziale per affrontare queste sfide e raggiungere obiettivi comuni.

In conclusione, il conteggio dei lavoratori in outsourcing nei Piani Spostamenti Casa-Lavoro richiede un approccio ponderato e collaborativo da entrambe le parti coinvolte. L'inclusione di tali dipendenti nei PSCL può portare a una gestione più efficace della mobilità sostenibile, ma richiede sforzi congiunti per superare le potenziali complicazioni operative. La chiave del successo risiede nella trasparenza, nella comunicazione aperta e nella volontà di collaborare per creare ambienti di lavoro sostenibili e orientati al futuro.